Il valore della scienza

     Così si esprime un grande fisico italiano, Antonino Zichichi, a proposito del valore e dell’origine della scienza. La scienza nasce come atto di fede nella comprensibilità della natura scoprendo che il suo è un linguaggio di tipo matematico (la ragione si lascia guidare dalla natura dell’oggetto da indagare per scoprire quale metodo di indagine applicare nei suoi confronti; così Galilei scopre che il metodo occorrente è quello di tipo matematico-quantitativo).


     Le grandi scoperte galileiane sono le prime impronte di Colui che ha fatto il mondo. Esse sono state ottenute partendo non da tecnologie ma da semplicissime pietre, spaghi e legni. E usando come orologio il nostro stesso cuore. Galilei usò il battito del suo polso per misurare il tempo.

     Fu questa la tecnologia usata da Galilei per scoprire le prime impronte del Creatore.

     Scoprire una Legge Fondamentale della Natura significa aprire gli occhi su una immensa, sconfinata serie di nuovi fenomeni. La prima legge del moto, la seconda legge del moto, il principio di relatività: ecco le grandi conquiste galileiane scritte da Colui che ha fatto il mondo, con caratteri matematici. E non è tutto. Studiando come cadevano - dalla Torre di Pisa - un pezzo di legno e un pezzo di piombo, Galilei dimostrò che un chilo o dieci chili di materia toccavano il suolo nello stesso istante. Trecentocinquant'anni dopo, Albert Einstein arrivava finalmente a capire il profondo significato di quel semplicissimo esperimento. Pezzi di legno o piombo, pietre e spaghi erano, ai tempi di Galilei, oggetti volgari. Essi - come abbiamo già detto - non avrebbero dovuto essere degni di attenzione e di studio in quanto non potevano essere depositari di alcuna verità fondamentale. E invece Galilei considera quegli oggetti depositari delle impronte del Creatore.

     1) È proprio per dimostrare che corpi di massa diversa dovevano cadere allo stesso modo che Galilei inventò il primo Esperimento ideale (Gedanken, "di pensiero") nella storia della Scienza. Non è sicuro che Galilei abbia, come si dice, lanciato dalla Torre di Pisa oggetti di massa diversa per verificarne sperimentalmente la caduta. Una cosa è certa: il suo fu il primo esperimento ideale pensato per dimostrare la contraddittorietà della fisica aristotelica sulla caduta dei corpi materiali. Supponiamo di avere un corpo pesante e uno leggero, dice Galilei. Secondo Aristotele quello pesante dovrebbe cadere più velocemente. Leghiamoli. Il tutto avrà un peso maggiore, quindi dovrebbe cadere più velocemente di ogni singolo pezzo. Invece non può essere così. Infatti il corpo leggero, se legato al corpo pesante, dovrebbe frenarne la caduta. Pertanto l'insieme dei due corpi, pur essendo il più pesante di tutti, dovrebbe cadere meno velocemente in quanto frenato dal corpo leggero. Il che è in contraddizione con l'ipotesi che i corpi più sono pesanti e più velocemente devono cadere. Galilei smantella così quanto aveva previsto Aristotele, ovviamente osservando come cadono i corpi leggerissimi e quelli pesantissimi, senza tener conto dell'attrito. E senza fare mai un esperimento su come cadevano i corpi leggeri e pesanti.

     La Scienza nasce da questo atto di umiltà intellettuale: dare a oggetti volgari dignità culturale, studiandoli. Questa umiltà intellettuale aveva in Galilei radici profonde: la Fede nel fatto che in ciascun oggetto, fosse esso volgare o inutile, ci doveva essere la mano del Creatore.

     All’inizio di qualsiasi tipo di osservazione su problemi scientifici c’è l’intuizione e la speranza o la fede in un ordine delle cose.

      Non esiste esperimento - alle frontiere delle nostre conoscenze - in cui uno o più componenti non siano totalmente nuovi, che l'industria non saprebbe quindi né progettare né costruire e che noi invece realizziamo nei nostri laboratori. Infatti ciò che l'industria produce è sempre il risultato di applicazioni tecnologiche, frutto di scoperte scientifiche. Negli anni sessanta io lavoravo con un nuovo metodo per misurare il tempo. Esso era basato su quello che oggi è in qualsiasi orologio, il quarzo. Allora riuscimmo a fare la misura più accurata al mondo della carica debole universale. Quella carica che tiene sotto controllo la regolare combustione della nostra sorgente di luce e calore: il Sole. Se quella carica avesse un valore più elevato, noi moriremmo di caldo. Se quel valore fosse più piccolo, geleremmo per il freddo. Chi ha fatto il mondo ha scelto per la carica debole universale il valore giusto.
Fede e Ragione sono in comunione non in antitesi.
     Ragione e Fede non sono in antitesi. Esse sono entrambe doni di Dio. Colui che ha fatto il mondo ci ha dato un privilegio unico: quello della Ragione. Usando la Ragione nella sfera immanentistica, l'uomo scopre la Logica Matematica e la Scienza. Usandola nella sfera della nostra esistenza trascendentale, l'uomo scopre la Teologia.

     Non c'è contrasto tra Fede e Ragione. Ce lo dice - ed è incredibile - l'Immanente. La Logica Matematica non ha mai scoperto un teorema che negasse l'esistenza di Dio. E non c'è una sola scoperta scientifica che possa portare alla negazione di Dio. Se la Ragione nell'Immanente avesse portato alla negazione di Dio, allora i suoi risultati sarebbero in antitesi con la Ragione nel Trascendente. Infatti la Ragione nel Trascendente porta alla Teologia che scopre la Fede. Fede e Ragione sono in alleanza e portano a Dio.
Le contraddizioni dell'Ateismo.
     L'Ateismo è una costruzione logica contraddittoria. Essa infatti parte dalla negazione del Trascendente e affida tutta la sua credibilità al rigore logico nell'Immanente. Questo rigore logico nell'Immanente vuoi dire Matematica e Scienza. Né l'una né l'altra riescono a dimostrare che Dio non esiste. L'ateo afferma di non potere credere in Dio per rigore logico. D'altronde l'ateo conosce un solo tipo di rigore logico: quello che opera nell'Immanente. Ma il rigore logico nell'Immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco l'Antinomia dell'Ateismo. Noi siamo figli di Dio, non del Caos.

     La Scienza porta alla scoperta che il mondo si regge su Tre Colonne e Tre Forze, Fondamentali. L'insieme di queste Tre Colonne e Tre Forze rappresenta la Logica seguita da Colui che ha fatto il mondo per dar vita alla realtà immanentistica nella quale viviamo e di cui siamo parte. Noi non possiamo allora essere figli del Caos, ma della Logica del Creato. Chi è l'autore di questa Logica? Colui che ha fatto il mondo. E a chi è stato dato il privilegio di scoprire queste verità? Solo a una e una sola forma di materia vivente: noi. Alle soglie del Terzo Millennio l'uomo ha la certezza di essere veramente una creatura privilegiata da Dio. Lo Scientismo ha sbagliato cinque volte.

     Lo Scientismo confonde Scienza e Tecnica (uso della Scienza) come fossero la stessa cosa. Lo Scientismo non nasce nel cuore della Scienza anzi di essa è la negazione. Lo Scientismo ha sempre preteso che la Scienza fosse, più volte, arrivata a capire tutto. Se così fosse stato, la Scienza non avrebbe potuto realizzare gli enormi progressi che ha raggiunto nella comprensione della Logica di Colui che ha fatto il mondo. Per ben cinque volte la Scienza ha saputo dimostrare che la pretesa dello Scientismo era una pura illusione. E ancora oggi è così.

     Scoprire una verità scientifica è come mettersi a colloquio con il Creatore. La Scienza esalta la persona umana come poche altre attività nell'Immanente. Scoprire una nuova struttura in Logica Matematica, riuscire a dimostrare un teorema che nessuno per secoli era riuscito a dimostrare (esempio, Teorema di Fermar, trecentocinquant'anni per arrivare a dimostrarlo) esalta l'intelletto che lavora nell'Immanente ma non ha alcun riscontro diretto con l'opera del Creatore.

     Riuscire a fare un esperimento di stampo galileiano e scoprire una verità scientifica corrisponde a saper porre una domanda e ad avere la risposta giusta da Colui che ha fatto il mondo. È come mettersi a colloquio con il Creatore. La Scienza è sorgente di valori che sono in comunione, non in antitesi, con la Fede.

La Grande Alleanza tra Scienza e Fede nel Terzo Millennio.
     Nel Terzo Millennio è necessaria una cultura scientifica che sia in sintonia con la Fede affinchè si possano affrontare e risolvere le Emergenze Planetarie. Esse sono state causate, nel Secondo Millennio, da una cultura mistificatrice che ha agito da supporto irresponsabile alla violenza politica che ha imperversato senza limiti, permettendo che enormi risorse venissero bruciate sul tavolo della corsa agli armamenti, con un pianeta imbottito di bombe e violentato nelle sue caratteristiche vitali dalla industrializzazione selvaggia. La Grande Alleanza tra Scienza e Fede è l'unica sorgente di speranza per tutti, credenti e non credenti, affinchè le Emergenze Planetarie possano essere affrontate e risolte nel Terzo Millennio.

I valori della Scienza
- Razzismo.
     Uno scienziato non può dire: «Non posso credere in questa nuova scoperta scientifica perché l'ha fatta un uomo la cui pelle ha un colore diverso dalla mia». La Scienza è un'attività intellettuale che respinge il razzismo in modo totale.

- Universalità.
     L'uomo è da sempre alla ricerca di valori universali. La Scienza dimostra che esistono leggi universali. Le Forze Deboli che producono fenomeni misurabili nei nostri laboratori sono le stesse di quelle che fanno funzionare il Sole. La luce che produce un fiammifero è analoga a quella prodotta dalle Stelle. La Forza di Gravita, che fa cadere una pietra dall'alto verso il basso e che ci tiene legati alla Terra, è la stessa di quella che sovrintende alla formazione del nostro Sistema Solare e delle Galassie.

- Esaltazione dell'individuo.
     La Scienza esalta l'individuo e il suo lavoro. Il valore di uno scienziato non è imposto dalla forza dei carri armati, ma dalla sua intelligenza e dal suo lavoro di ricerca. E questo senza venire meno al tributo corale. Non è concepibile Albert Einstein senza Max Planck, James Maxwell, Isaac Newton e Galileo Galilei. Tutti scienziati, giganti della Scienza: tutti credenti.

- Stimolo intellettuale.
     La Scienza stimola l'uomo a sempre nuove conquiste. Non ci si arresta mai dall'estendere e dal migliorare le nostre conoscenze. Una ideologia viene invece presentata come se fosse l'ultimo traguardo di una conquista intellettuale. E blocca l'uomo per secoli e secoli su frontiere fatte di speculazioni astratte, che presto diventano dogmi. La Scienza accetta i dogmi del Trascendente. Essa però respinge i dogmi nell'Immanente.

- Umiltà.
     Lo scienziato è quotidianamente posto dinanzi a problemi che non sa risolvere. Galilei impiegò più di dieci anni per capire l'attrito e pervenire così alla formulazione della prima legge del moto. Einstein dedicò undici anni, dal 1905 al 1916, per capire a fondo il significato degli esperimenti di Galilei sulla caduta dei corpi materiali. Undici anni per arrivare a scrivere un'equazione. La Scienza è fatta di problemi irrisolti. Capita una cosa, si passa alla successiva. E ricominciano le difficoltà. Einstein impegnò gli ultimi trent'anni della sua esistenza nel tentativo di unificare tutte le Forze della Natura. Fu la sua grande opera incompiuta. Come fa a essere arrogante un uomo che non sa rispondere a un quesito? La Scienza, come detto prima, è fatta di quesiti non risolti. Ecco perché essa ha, come pilastro, l'umiltà intellettuale. L'arroganza nasce dall'ignoranza. Uno scienziato che raccontasse menzogne, sarebbe escluso dal contesto scientifico. Per la Scienza, una cosa vera deve essere riproducibile. Lo scienziato, quando arriva a capire qualcosa, o a fare una scoperta, deve spiegare in tutti i dettagli come ha fatto a ottenere quel risultato. Chiunque, ovunque, e in qualsiasi istante, qualunque sia il colore della sua pelle, deve essere in grado di riprodurre quella verità scientifica. La mistificazione e la menzogna sono estranee all'attività scientifica.

- Riflessione sui fatti.
     La Scienza educa a riflettere, a non affrettarsi in conclusioni prive di verifiche su tutto ciò cui una scoperta può portare nei settori noti della struttura fondamentale del Creato. La Scienza educa a giudicare in modo obiettivo, non emotivo. Essa affida ai fatti, alle prove sperimentali riproducibili, il battesimo della legittimità scientifica galileiana. Non alle parole e alle formule astratte. Non ha senso dire che una teoria è matematicamente bella o brutta. Essa può essere soltanto vera o falsa. Accade poi, quasi sempre, che alla fine di una ricerca, quando in un campo ben determinato si è finalmente capito tutto, la formulazione matematica risulti sempre più elegante del previsto.

- Bontà e tolleranza.
     La Scienza insegna bontà e tolleranza intellettuali. Gli estremi non debbono essere combattuti, ma capiti. Cose apparentemente agli antipodi, possono risultare entrambe necessarie per la descrizione dei fenomeni fondamentali della natura. Valga per tutti un esempio: la proprietà di onda e di particella. La luce, per tanto tempo, venne considerata un fenomeno corpuscolare. Poi, ondulatorio. E le due descrizioni sembravano mutuamente esclusive. Invece la luce è, al tempo stesso, e onda e particella. Per arrivare a capirlo ci sono voluti diversi secoli. La dualità onda-particella vale non solo per la luce, ma per tutte le particelle. Questa dualità è una delle conquiste più importanti nella storia del pensiero scientifico.

- Lotta ai pregiudizi.
     La Scienza combatte i pregiudizi senza mai smettere: anche se ci vogliono secoli per smantellarli. La grande differenza fra Fisica Classica e Fisica Moderna sta nel fatto che una quantità piccolissima (la cosiddetta Costante di Planck) veniva considerata esattamente zero. Un'altra quantità grandissima (la velocità della luce) veniva considerata infinita. Trecento anni per smantellare due pregiudizi.

- Generosità.
     La Scienza ha anche importanti aspetti di generosità. Spiegare agli altri il risultato di una scoperta è cosa che arricchisce lo scienziato e chi lo ascolta. La Scienza insegna che esiste una forma, assolutamente perfetta, di generosità e di amore per il prossimo. Chi si priva di un pezzo di pane fa un'opera di bene, ma indubbiamente soffre, se di pane ne ha poco. Chi dà quello che sa non perde nulla, pur potendo arrivare a dare tutto quello che ha.

- Libertà di pensiero.
     La libertà di pensiero è di importanza vitale per la Scienza. E in questo si inserisce il rispetto per quella forma di materia vivente chiamata uomo: quindi il rispetto della sua dignità. Tra tutte le forme di materia vivente noi siamo infatti l'unica cui è stato dato il privilegio di capire la Logica da Lui seguita per creare la realtà in cui viviamo e di cui siamo fatti. Questo privilegio unico è fonte della più alta dignità cui si possa aspirare: quella di essere fatti a immagine e somiglianzà del Creatore di tutte le cose visibili e invisibili. Per leggere il Libro della Natura, scritto dal Creatore, bisogna essere liberi da qualsiasi pregiudizio. L'unica guida essendo ciò che risponde Colui che ha fatto il mondo quando gli poniamo un quesito. La libertà intellettuale per porre un quesito a Colui che ha fatto il mondo deve essere totale.

Se vivessimo l'era della Scienza
     Se vivessimo l'era della Scienza, questi valori farebbero parte integrante della cultura cosiddetta moderna. Si tratta infatti di verità che fanno della Scienza un'attività intellettuale in perfetta comunione con il pensiero religioso. Siamo di fronte alle due componenti essenziali nelle quali si articola la nostra esistenza: una che opera nell'Immanente, la Scienza, e l'altra che opera nel Trascendente, la Fede. Nessuna scoperta scientifica ha mai messo in dubbio l'esistenza di Dio.

     La Scienza è fonte di valori che sono in comunione, non in antitesi con gli insegnamenti delle Sacre Scritture, con i valori quindi della Verità Rivelata.

     Né la Scienza né la Logica permettono di concludere che Dio non esiste. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che crede.
Chi sceglie l'Ateismo fa quindi un atto di Fede: nel nulla.
Credere in Dio è più logico e più scientifico che credere nel nulla.
Si potrebbe obiettare: dal momento in cui risulta impossibile arrivare a Dio tramite una scoperta di Logica Matematica o per via di una scoperta scientifica né Logica né Scienza possono essere più invocate per arrivare all'atto di Fede. Tutto ciò è esatto. Infatti la Fede è un dono di Dio. Corroborata però dall'atto di Ragione nel Trascendente. Si rifletta comunque un po'. La Logica Matematica e la Scienza sono attività intellettuali che operano nell'Immanente. Se fosse possibile dimostrare l'esistenza di Dio tramite un rigoroso procedimento di Logica Matematica, Dio sarebbe l'equivalente di un teorema matematico.

     Se fosse possibile dimostrare l'esistenza di Dio per via di una serie di ricerche rigorosamente scientifiche, Dio sarebbe l'equivalente di una grande scoperta scientifica. Se ciò fosse possibile, l'uomo sarebbe in grado di arrivare al Teorema Supremo: la dimostrazione matematica dell'esistenza di Dio. Ovvero alla più straordinaria di tutte le scoperte scientifiche: la scoperta di Dio. Teorema e scoperta oltre le quali non potrebbe esserci nient'altro. Sia la ricerca matematica sia quella scientifica hanno invece una proprietà fondamentale in comune. Ogni scoperta apre nuovi orizzonti. Concetti mai prima immaginati.

     Noi siamo miseri mortali: fatti sì, a Sua immagine e somiglianza. Privi però della Sua potenza intellettuale. Ecco perché io penso che noi non sapremo mai tutta la Matematica né tutta la Scienza. C'è un aspetto della realtà in cui viviamo che mi affascina in modo particolare: il cammino senza soste, l'ascesa continua, nello studio della Logica Matematica e della Scienza. Ciò è possibile grazie all'intelletto che ci ha voluto dare Colui che ha fatto il mondo.

     È un privilegio straordinario essere stati invitati al tavolo della Ragione che opera nell'Immanente e nel Trascendente. Attorno a quel tavolo noi siamo seduti, desiderosi di apprendere, non di cacciar via Colui che ci ha invitati. Il tavolo della Ragione permette però all'uomo di riflettere sul Trascendente e sull'Immanente. Ed ecco dove l'atto di Fede, che è dono di Dio, si coniuga con l'atto di Ragione. Infatti, anche la Ragione è dono di Dio. Il Secondo Millennio ha visto nascere la Scienza Moderna - grazie a Galileo Galilei - e ha anche visto l'uso della Scienza nelle mani della violenza politica. Risultato: il pianeta - nonostante il crollo del Muro di Berlino - è ancora imbottito di bombe chimiche e nucleari. Come se non bastasse l'industrializzazione selvaggia continua a distruggere preziose risorse facendo avanzare i deserti e inquinando sempre di più il pianeta.

     La Scienza, nell'Immanente, è la più grande conquista dell'intelletto umano. Perché? Risposta: è grazie alla Scienza che l'uomo ha scoperto di essere depositario di un privilegio unico. Privilegio che nessun'altra forma di materia vivente ha. E cioè: sapere decifrare la Logica del Creato. Se non fosse stato per la Scienza, l'uomo non saprebbe ancora oggi che esistono le Leggi Fondamentali della Natura. L'insieme di queste leggi è la Logica che ha seguito il Creatore di tutte le cose visibili e invisibili. L'uso della Scienza ha permesso grandi conquiste di civiltà. Se oggi si sta meglio che in qualsiasi altra epoca storica, se la vita media dell'umanità tocca livelli mai prima raggiunti a memoria d'uomo, questo è merito delle applicazioni tecnologiche a scopi di pace. Il vero motore del progresso non sono le ideologie politiche ma le grandi conquiste della Scienza che hanno aperto le strade ad applicazioni tecnologiche per l'uomo. Però l'uso della Scienza non è più Scienza. Purtroppo da quando è stata scoperta la Scienza, le applicazioni tecnologiche contro la vita, contro l'amicizia tra i popoli, contro i valori della dignità umana hanno fatto la parte del leone. L'uso della Scienza a scopi di guerra e di distruzione ha prevalso. Le applicazioni tecnologiche per migliorare il livello della vita e per difendere la dignità umana non sono state mai prioritarie nelle scelte politiche. L'uso della Scienza ha bisogno di valori. La più grande e genuina sorgente di valori è la Fede. Nell'Immanente è la Scienza - fonte di valori in sintonia con la Fede - che ci ha aperto gli occhi sull'esistenza delle Leggi Fondamentali della Natura. Nel Trascendente è la Fede l'indiscutibile sorgente di valori affinchè l'uso della Scienza non sia più contro l'uomo né contro la vita ma per il benessere, la prosperità, la giustizia e il rispetto della dignità umana.
Ecco perché nel Terzo Millennio dobbiamo riuscire a realizzare una Grande Alleanza tra Scienza e Fede.

Tratto da: “Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo” di A. Zichichi ; Ed. Il Saggiatore 1999

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